Scoprite cosa si prova a giocare la terrificante esclusiva per PS VR The Inpatient

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Scoprite cosa si prova a giocare la terrificante esclusiva per PS VR The Inpatient

Scoprite cosa si prova a giocare la terrificante esclusiva per PS VR The Inpatient

Annunciato all’E3 del 2017, il titolo in esclusiva per PS VR di Supermassive Games, The Inpatient, ci ha trasportato in un’ambientazione tanto spaventosa quanto familiare. Ambientato 60 anni prima degli eventi di Until Dawn, in The Inpatient abbiamo spalancato le porte del sanatorio di Blackwood per scoprire questo luogo inquietante al suo apice.

Emozionato (e un po’ spaventato) all’idea di provare questo gioco, ho indossato un visore PS VR e mi sono preparato per un viaggio misterioso all’interno di questo sinistro edificio. Ho poi parlato con il direttoro di gioco Nik Bowen per saperne di più su come Supermassive Games stia utilizzando le potenzialità di PS VR per creare un senso di profondo terrore e immergere i giocatori nel loro ultimo incubo.

Lo spazio personale è importante

La demo inizia con un dottore apparentemente amichevole, per quanto un po’ inquietante, che mi interroga riguardo all’episodio psicotico che ha causato il mio arrivo al sanatorio di Blackwood. Senza sapere cosa sia effettivamente successo, bisogna cominciare a risolvere il mistero con frammenti di sogni e ricordi. Io cercavo di nascondermi, in preda al panico, finché un infermiere non mi ha puntato una torcia in faccia, confondendomi ancora di più.

Ma è quando il dottore mi pone altre domande che le cose si fanno davvero inquietanti. Si avvicina di più, appoggia le mani sulle mie gambe virtuali e la sensazione che il mio spazio personale stia venendo violato si fa davvero reale e claustrofobica.

Quando i ricordi diventano troppo intensi, il dottore (che forse non è poi così amichevole) decide che sia necessario un sedativo e mi conficca l’ago di una siringa nella coscia. Ancora una volta, il livello d’immersione ottenuto da Supermassive crea una sensazione di vera invasione dei miei spazi, facendomi ritrarre la gamba dall’ago virtuale… ovviamente invano.

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I ricordi non lasciano pace

Il sedativo funziona e, subito dopo, mi risveglio in un letto ancora più disorientato, cercando di capire cosa sia successo. Questo è uno strumento importante nella narrazione, come mi dice Nik:

“Per raccontare la nostra storia e trascinare il giocatore nel nostro mondo, giochiamo con i temi della tensione, della paura e dell’isolamento. Inoltre, come visto in questa demo, a poco a poco riaffiorano frammenti di sogni per fare luce sugli avvenimenti e, con il proseguire della storia, si fanno più intensi e inquietanti.”

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Le vostre scelte vi guideranno

Proprio come in Until Dawn, la storia è ramificata e può muoversi in direzioni diverse a seconda delle vostre scelte. Quando i personaggi mi fanno domande, posso selezionare una delle opzioni che mi sono presentate, oppure leggere la battuta per sceglierla.

“Su schermo vi sono presentate varie opzioni e basta pronunciare la battuta che volete affinché il gioco compia quella scelta”, dice Nik.

“Usiamo lo stesso sistema “effetto farfalla” utilizzato in Until Dawn, le farfalle animate su schermo vi avvertiranno che una scelta avrà un impatto importante più avanti”.

Questo succede mentre il dottore mi interroga, nel corso della sua inquietante visita. Frustrato dalle sue domande, decido di rispondere in modo aggressivo… e vedo le farfalle.

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Non saprete mai di chi potete fidarvi

Più avanti, mi ritrovo a percorrere i corridoi del sanatorio insieme a un infermiere, con il quale avevo chiacchierato in modo amichevole ma professionale nella mia stanza. Pensavo che avessimo legato, ma improvvisamente cambia umore.

L’oscurità mi avvolge e il jump-scare che ne segue è il primo vero shock del gioco, che mi ricorda che non dovrei concedere così facilmente la mia fiducia.

Da quel momento in poi, la tensione si fa sempre più forte. Mi muovo tra i corridoi, osservando le stanze intorno a me mentre delle ombre si muovono al limite del mio campo visivo, finché non vedo una sinistra creatura muoversi nell’oscurità.

Ovviamente, questo è solo un assaggio della storia del gioco. Come mi spiega Nik;

“Mentre esplorerete il sanatorio, incontrerete molti personaggi e non dovrete mai seguire forzatamente un percorso. Starà a voi scegliere come esplorare il sanatorio di Blackwood e, per quanto siano una parte importante del gioco, le scelte e il sistema “effetto farfalla” non sono l’unico modo in cui la storia progredisce. Non possiamo rivelare tutto ora, ma dovrete fare altre cose per esplorare e interagire con gli spazi in realtà virtuale.

Se vi piacciono i brividi e la paura, The Inpatient è un’esperienza che adorerete, quando arriverà su PS VR nei prossimi mesi

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