Sono David Banner (no, non sono HULK… ma non fatemi arrabbiare!), amministratore delegato e cofondatore di Wales Interactive, e dal 1995 il mio mestiere è creare videogiochi.
Wales Interactive è uno studio di sviluppo indipendente, vincitore di un premio BAFTA Cymru, che ho fondato nel 2012 con il mio amico e collega Richard Pring, direttore tecnico. Il nostro team è composto da 14 persone e siamo la più grande realtà di sviluppo e publishing del Galles. Abbiamo persino un’esposizione al Cardiff Wales Airport! Abbiamo molta passione per i giochi e il nostro obiettivo è di creare titoli originali, che divertano il mondo e puntino i riflettori del videogioco sul nostro Galles.
Abbiamo cominciato sviluppando app, ma ora abbiamo fatto il salto su console e non vediamo l’ora di pubblicare il nostro primo gioco su PS3, il 19 febbraio.
Il nostro primo titolo PlayStation, Master Reboot, è un’inquietante avventura horror fantascientifica. In un futuro non troppo remoto l’umanità ha creato Soul Cloud, un grande server che immagazzina le anime e i ricordi quando si muore. Soul Cloud è pieno di isole fluttuanti e ogni isola è come una città o un villaggio, come case e grattacieli che ospitano i ricordi dei defunti.
Per immagazzinare l’anima, un membro della famiglia (o anche solo il defunto, prima di morire) deve acquistare un’isola su Soul Cloud, dove il server genera stanze, case o grattacieli che incorporano tutti i ricordi del morto o anche solo dei ricordi selezionati. Il gioco comincia con l’upload su Soul Cloud… ma qualcosa va storto e il protagonista si sveglia su una spiaggia, senza sapere chi sia. Starà a voi esplorare, risolvere enigmi e capire cosa è successo con la sua vita e la sua morte.
Con Master Reboot vogliamo suscitare un senso di inquietudine, una sensazione che accompagni il giocatore per tutta l’avventura. Ci sono alcuni livelli in cui si intravedono oggetti o ombre, in cui qualcosa che si vede “con la coda dell’occhio” indica che c’è qualcosa che non quadra.
Sono un sostenitore del minimalismo, quindi abbiamo interpretato il genere dell’horror senza i classici eccessi di sangue e violenza. Credo che non ci sia nulla come Master Reboot: è un gioco che deve veramente essere provato.
Abbiamo cercato intenzionalmente di avere un grande impatto estetico, che insieme alla musica rendesse il gioco al tempo stesso bello e inquietante. Volevamo un look che ci distinguesse dalla massa e definisse la nostra identità, e credo proprio che l’obiettivo sia stato centrato.
È molto bello ricevere lodi dalla critica ed è bello che il team venga apprezzato per il tentativo di fare qualcosa di diverso. PC Gamer ha parlato di un “bellissimo indie horror”, RockPaperShotgun di una “boccata d’aria fresca e inquietante”, mentre Kotaku l’ha definito “troppo bello”.
Speriamo che vi troviate d’accordo con la critica, questo mese, quando il gioco uscirà su PlayStation 3. Avete domande? Chiedete pure nei commenti!
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