Mike Kennedy, Senior Producer della Vogster Entertainment, ci parla del loro originale titolo Unbound Saga.
Fumetti. La migliore e la peggiore forma di dipendenza. Tremendi quasi quanto i videogiochi. Se siete come me, di certo avrete passato un inglorioso ammontare di ore nel negozio di fumetti di fiducia, spulciando tra scaffali colorati e immagini accattivanti, spinti dal dolce canto delle sirene di migliaia di avventure diverse a tuffarvi nei loro vortici di fantasia. E avrete senz’altro tanti scatoloni colmi dei vostri ricordi più cari, messi via per future “rimpatriate” (o per venderli al momento debito e pagare i testi scolastici per vostro figlio, se siete ricorsi alla mia stessa scusa). Durante gli anni della scuola superiore, la mia dipendenza divenne ancora più forte a causa del mio lavoro part-time in un negozio di fumetti: eccessiva esposizione a troppe tentazioni colorate. Assolutamente fantastico. E c’era una sola cosa che poteva distogliermi da quella passione viscerale: i videogiochi.Insieme, queste due passioni erano una combo calcio-pugno tanto devastante da destare una certa preoccupazione nei miei genitori, che si chiedevano se avrei mai concluso veramente qualcosa nel mondo reale.
Ebbene, queste due passioni si sono infine rivelate come due ingredienti che si sposano alla perfezione, proprio come pane e cioccolato. Agli inizi della realizzazione di Unbound Saga, eravamo consapevoli di voler infondere nel nostro picchiaduro 3D un po’ di sano amore per il 2D, e tutte le idee che ci vennero in mente non fecero che rispecchiare la nostra prima passione quadricromatica: i fumetti. Le nostre carriere erano ormai a un punto in cui potevamo già contare su una certa rete di conoscenze nel settore dei fumetti, prima come fan e poi come artisti con alle spalle un discreto numero di titoli pubblicati. Lavorare nei videogiochi era un ottimo mestiere, ma per alcuni di noi un lavoro serale nel campo dei fumetti era come un’iniezione di energia creativa, ideale per mantenere viva e in buona salute la materia grigia. Ecco quindi che convogliare conoscenze ed energie nel progetto su cui eravamo pronti a passare gran parte del nostro tempo, per un anno e forse più, ci sembrò semplicemente naturale. E così è stato: gioco e fumetto erano finalmente una cosa sola!
Una volta realizzati bozze, trama e personaggi, abbiamo chiamato qualche vecchio amico di Dark Horse Comics per dare al nostro aspirante fumetto un po’ di vere credenziali. Il primo a salire a bordo è stato Cliff Richards, che alcuni di voi conosceranno per il suo lungo lavoro su Buffy l’ammazzavamoiri, o la recente miniserie DC Comics Cacciatrice. Cliff ha trasformato il nostro copione in 22 meravigliose pagine illustrate, che abbiamo poi convertito nelle varie sequenze a fumetti animate e doppiate da sbloccare nel corso della campagna. Grazie al suo prezioso contributo, storia e personaggi hanno certamente acquisito uno stile autentico, ulteriormente supportato dai vari elementi di stampo fumettistico che abbiamo inserito nell’azione di gioco: onomatopee visive degli effetti sonori, dialoghi a fumetti, la sovrapposizione di tavole e così via. Volevamo che il nostro gioco fosse come un fumetto animato e riteniamo che il nostro team abbia fatto proprio centro, o perlomeno abbia assestato un bel calcio rotante nei paraggi! Non esiste un dispositivo digitale in grado di riprodurre il profumo della carta appena stampata o le sensazioni di una copertina lucida tra le mani, ma ci auguriamo di essere riusciti a catturare buona parte di quello spirito intriso di sano divertimento e nostalgia.
E cosa fare però per quegli aspetti più concreti, come la sensazione fisica di arrotolare un fumetto per infilarlo nella tasca posteriore (gasp!) o proteggerlo infilandolo in una doppia busta di plastica con un cartoncino rigido alle spalle (fiuuu!)? Volevamo riprodurre anche questi. Voglio dire, stavamo realizzando un gioco su un fumetto vecchio di trent’anni ed era quindi sensato avere tra le mani un fumetto vero e proprio come supporto alla nostra storiella, no? Rosemary, chiama quelli di Dark Horse! Dark Horse? Qui Vogster! Lo mettiamo questo bel pargoletto sugli scaffali? Forte, eh?
“WOW!”, ci hanno risposto. Beh, non so se abbiano detto esattamente così, ma mi piace pensarlo. Si sono quindi messi in moto e hanno raccolto e chiesto aiuto a un nutrito gruppo di rinomatissimi disegnatori per dare vita al mondo di Toxopolis (Toxopoli): Joseph Michael Linsner (Dawn, Dark Ivory), Leinil Yu (Nuovi Vendicatori, Secret Invasion), Steve Pugh (Hotwire, Hellgate: London), Al Rio (Gen13, DV8), e, ovviamente, Cliff Richards. Insieme, questi artisti hanno realizzato il primo (speriamo di una lunga serie!) numero del fumetto Unbound Saga, uscito nei negozi il 1° luglio, giusto in tempo per il Comic-Con di San Diego!
Nel prossimo intervento, parleremo della distribuzione digitale e della nostra decisione di saltare i tradizionali punti vendita del mercato per arrivare direttamente a VOI consumatori!
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