Il direttore di PlayStation Indies racconta la sua esperienza personale con ogni gioco.
Con centinaia di titoli disponibili su PlayStation Plus Premium, la scelta potrebbe essere difficile. Ed entra in scena Shuhei Yoshida. Il direttore di PlayStation Indies è qui per condividere le sue scelte personali della collezione attraversando ogni epoca di PlayStation, dai giochi platform unici alle avvincenti avventure fantasy, condividendo i suoi ricordi di questi titoli al momento del lancio. Ma lasciamo la parola a Yoshida-san.
Shuhei Yoshida: “PlayStation ha una lunga storia e sono molti i titoli che vengono definiti dei capolavori. Oggi sono qui per suggerirvi alcuni giochi disponibili su PlayStation Plus Premium. Ho scelto dei titoli con i quali ho esperienza, ma nel catalogo ci sono anche molti altri giochi eccellenti.
Siamo felici che gli utenti che si sono uniti alla community da PS5 e PS4 possano giocare ai capolavori del passato e credo che anche gli sviluppatori ne siano contenti. Penso sia una grande opportunità per far conoscere la storia di PlayStation a una generazione che non era ancora nata quando fu lanciata la prima console PlayStation. Divertitevi con il catalogo dei classici!”
1. Jumping Flash!
Uscito nel 1995 agli albori di PlayStation, è un gioco platform 3D unico nel suo genere che si giocava da una prospettiva in prima persona, in cui i giocatori controllavano Robbit, un robot a forma di coniglio. Bisogna utilizzare il suo caratteristico salto in tre fasi per riconquistare un mondo che è stato sottratto dal malvagio scienziato, il Barone Aloha. Questo titolo degli esordi rivelò il potenziale del 3D.
“È stato uno dei primi giochi prodotti per PlayStation. Prima ancora che l’hardware venisse ultimato, alcuni giovani direttori di giochi come Kazunori Yamauchi-san e Tetsuji Yamamoto-san furono assegnati al progetto PlayStation e iniziarono a ideare il software. Fu in quel periodo che Yamamoto-san mi portò un cortometraggio. Si trattava di un video sperimentale di Osamu Tezuka-san intitolato “Jumping.” Mostrava come saltare in alto, oltre gli alberi, oltre gli edifici e poi riscendere con un sibilo. Questo video in cui il punto di vista cambia in modo dinamico, diede l’ispirazione per creare Jumping Flash!
Permetteva di saltare verso l’alto e verso il basso guardando a terra. L’innovativo gameplay e la soddisfazione senza precedenti che regalava erano una risposta alla domanda dell’epoca: “Cosa può offrire un gioco in 3D?”. Inoltre, per dare un tocco pop, il gioco include dei personaggi simpaticissimi chiamati MuuMuus. Rimasi impressionato dalle capacità di Yamamoto-san come produttore e credo che questo gioco rappresenti gli inizi di PlayStation e sia ancora divertente da giocare oggi.”
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2. Tekken 2
Lo sviluppo congiunto di schede di sistema contribuì a portare i giochi arcade più popolari su PlayStation. Uno di questi fu il picchiaduro Tekken 2, che passò dalla sala giochi a PlayStation nel 1996. Si può scegliere tra 25 personaggi e lottare in modalità Arcade per giocatore singolo, passare alla modalità Pratica per perfezionare le mosse del proprio combattente preferito, affrontare un’infinità di nemici uno dopo l’altro in modalità Sopravvivenza e sfidare un altro giocatore nella modalità Battaglia a Squadre.
“Prima di lanciare la PlayStation originale, avevamo chiesto ad alcuni sviluppatori di creare dei giochi per noi. Tuttavia, all’epoca si pensava che la grafica 3D non potesse essere utilizzata per giochi che non fossero sparatutto o corse e le prime trattative non andarono molto bene. In seguito, però, Virtua Fighter apparve nelle sale giochi e le cose cambiarono. Cominciammo a ricevere molte telefonate dove tutti ci dicevano di voler creare giochi in 3D.
Secondo noi, la possibilità di giocare ai giochi arcade più famosi sulla PlayStation sarebbe stato un fattore significativo per le vendite. A quei tempi, Namco produceva le proprie schede di sistema per le sale giochi, ma richiedevano una tecnologia avanzata ed erano costose. Le aziende Namco e Sony Computer Entertainment (le attuali Bandai Namco Entertainment e Sony Interactive Entertainment) decisero di sviluppare insieme una scheda di sistema che fosse compatibile con la PlayStation. In questo modo fu possibile trasferire in breve tempo su console i giochi che erano diventati popolari nelle sale giochi. Il primo di questi fu Tekken. Il sequel, Tekken 2, fu il titolo di punta dell’epoca che utilizzava la grafica 3D. La trama incentrata sulla Mishima Zaibatsu e i suoi personaggi erano molto intriganti e ancora oggi mi trasmettono sensazioni forti.”
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3. Ape Escape
Il primissimo controller per PlayStation non aveva levette analogiche né vibrazione. La storia cambiò con il lancio del controller DualShock nel 1997 (chiamato così per i due motori al suo interno) e della prima PlayStation che lo utilizzava nel 1999. Il concetto originale di Ape Escape, che utilizzava la levetta destra e quella sinistra per catturare le scimmie in fuga, fu un successo. Anche i gadget del gioco (chiamati Gacha Mecha in Giappone) e le scimmie in fuga (chiamate Piposaru in Giappone) divennero molto popolari. Negli anni successivi uscirono altri 13 giochi della serie.
“Questo gioco fu realizzato da SCE WWS Japan Studio con me come produttore. All’epoca, i giochi d’azione in 3D stavano appena emergendo, con giochi che permettevano di correre liberamente in uno spazio tridimensionale, di arrampicarsi molto in alto e di spostarsi dietro agli oggetti. Volevamo cimentarci in un gioco d’azione in 3D, così iniziammo a progettare Ape Escape.
Durante lo sviluppo fu concepito il controller DualShock, così decidemmo di buttarci su “un gioco che non poteva essere giocato con i controller convenzionali.” Tuttavia, trattandosi di un nuovo esperimento, non potevamo sapere se sarebbe stato efficace finché non lo avessimo realizzato! Infatti, continuavamo a creare e scartare prototipi. Lavorai a lungo su questo gioco, quindi fu una grande soddisfazione quando uscì sulla copertina di una rivista.”
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4. Jak II
Questo sequel di Jak and Daxter: The Precursor Legacy uscì nel 2003. A differenza della scanzonata avventura d’azione del gioco precedente, l’open world di Jak II prende una piega più cupa: il nostro eroe viene catturato e gli viene iniettato l’Eco Oscuro dal Barone Praxis, che gli conferisce la capacità di trasformarsi in una versione più forte e agile di sé. Con la sua nuova arma da fuoco multiuso, la pistola Morph, si unisce a una resistenza clandestina per combattere Praxis. Questo passaggio a un gioco più incentrato sulla natura e sui personaggi ha gettato le basi per i futuri titoli dello sviluppatore Naughty Dog.
“Naughty Dog, che creò Crash Bandicoot per la PlayStation originale, ha sviluppato Jak and Daxter per PS2. Crash Bandicoot era un platform a livelli con un approccio lineare alla progettazione del suo gameplay, con schermate di caricamento tra un livello e l’altro. Tuttavia, Jak and Daxter fu realizzato in modo che tutti i livelli fossero collegati tra loro in perfetta continuità e che la fase successiva venisse caricata in background mentre si giocava. È stata un’opera davvero ambiziosa che ha ricevuto molti apprezzamenti.
Quando Grand Theft Auto III uscì in Nord America nel 2001, fece tremare l’industria dei videogiochi. Il gioco raffigurava un mondo di adulti in cui tutto era possibile, comprese le attività criminali, in una città realistica. Così, la tendenza dei videogiochi cambiò radicalmente. Di conseguenza, il gioco Jak and Daxter che conoscevano tutti subì un importante cambiamento di rotta. Naughty Dog cambiò l’aspetto dei personaggi, trasformò il gioco in una storia di vendetta più cupa e permise ai giocatori di vagare liberamente in una grande città. Di solito non si cambia stile in un sequel in modo così drastico, ma Naughty Dog fu eccezionale nel farlo. Si trattò di una svolta importante che condusse a Uncharted per PS3. È un titolo interessante per conoscere meglio la storia di Naughty Dog.”
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5. Echochrome
Questo originale gioco rompicapo per PSP realizzato da Japan Studio e lanciato originariamente nel 2008, si basa sulle illusioni ottiche. I giocatori fanno ruotare il mondo illusorio per manovrare un manichino in continuo movimento verso un obiettivo finale. La rotazione del campo di gioco permette di unire percorsi prima scollegati, nascondere trabocchetti e rendere accessibili muri apparentemente impossibili da scavalcare. Il gioco venne selezionato nella categoria Entertainment del Japan Media Arts Festival.
“È un titolo di grande impatto, è come arte trasformata in gioco. La grafica brillante in bianco e nero è molto bella. L’idea originale nacque dal software gratuito ‘OLE Coordinate System’ di Jun Fujiki, un ricercatore della programmazione grafica. Progettammo questo gioco basandoci sul video di un personaggio che camminava attraverso un mondo monocromatico che ricordava le immagini illusorie di Escher. Echochrome II per PS3, uscito successivamente, era un gioco esclusivamente per PlayStation Move in cui il controller di movimento veniva utilizzato come una torcia. Anche questo titolo era molto artistico e vinse l’Excellence Award nella categoria Entertainment del Japan Media Arts Festival.”
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6. No Heroes Allowed!
Invece di vestire i panni dell’eroe che conquista i dungeon, impersonerete il Dio della Distruzione, specialista dei sotterranei e intenzionato a fermare con ogni mezzo necessario chiunque si avventuri nel vostro regno. Questo simulatore gestionale a tema fantasy uscì su PSP nel 2010 e, oltre al dungeon principale, il gioco offre anche una modalità in cui i giocatori completano le missioni una dopo l’altra entro un limite di tempo e una modalità multigiocatore.
“Ciò che rende interessante la serie è che il giocatore non può sconfiggere i nemici tramite le azioni. Il giocatore, il Dio della Distruzione, può solo scavare nel suolo. Si gioca costruendo dungeon, creando vari mostri e intercettando gli eroi invasori. Tuttavia, i mostri sono guidati dall’intelligenza artificiale, quindi non si sviluppano come si vorrebbe. L’IA metteva i giocatori di fronte alla possibilità che le cose non andassero sempre come previsto e all’imprevedibilità delle situazioni che si risolvevano inaspettatamente. Questo rese il gioco interessante e divertente alla sua maniera. Anche l’ambientazione era particolare e andava contro gli stereotipi convenzionali dei giochi di ruolo.
Inoltre, la serie è famosa per le sue battute spiritose. Include molte storie e parodie che prendono in giro celebri giochi di ruolo e non si può fare a meno di ridere. Il terzo titolo dice “3D” (nella versione giapponese) ma non ha una grafica 3D (ride). È stato scelto perché “ci sono 3 dungeon”, ma direi che un titolo così assurdo può essere tranquillamente concesso in questa serie. Con il progredire della serie, il livello di comicità aumentò.”
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7. Siren Blood Curse
Questa rivisitazione del titolo horror originale per PS2, Siren, uscì per PS3 nel 2008 e introduce le meccaniche sviluppate per il secondo gioco della serie. Qui la prospettiva cambia e otto protagonisti collegati tra loro, inclusa una troupe televisiva americana, si trovano coinvolti in eventi soprannaturali in un isolato villaggio giapponese.
“Quando uscì nel 2003, Siren divenne un successo e volevamo che la serie fosse apprezzata dagli utenti di tutto il mondo, non solo in Giappone. E allora pubblicammo Siren: New Translation, una rivisitazione di Siren per PS3.
La versione originale di Siren era per PS2, quindi il numero di poligoni utilizzabili era limitato. Tuttavia, Siren creava le espressioni facciali umane come texture e le incollava sui volti, in modo che i cambi di espressione fossero molto naturali. Quando giochi a qualche vecchio gioco spesso pensi: “Eh…?”. Ma la qualità delle espressioni facciali e della CG in Siren era eccezionale. Con PS3 la qualità della grafica migliorò ulteriormente. Anche i personaggi sono ben definiti e il gioco è ancora oggi molto popolare. Il regista Keiichiro Toyama ha poi lavorato alla serie Gravity Rush e attualmente sta sviluppando un nuovo gioco come responsabile del Bokeh Game Studio. Vi invitiamo a giocare alla serie Siren, il punto di partenza di Toyama-san.”
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8. ICO
È il primo gioco diretto da Fumito Ueda, che ha poi creato Shadow of the Colossus e The Last Guardian. Fu lanciato per la prima volta nel 2001 su PS2. La versione disponibile su PlayStation Plus è la riedizione per PS3 del 2011. Ico racconta di un ragazzo e una ragazza intrappolati in un vecchio castello. I due non parlano la stessa lingua e il ragazzo deve condurre la ragazza per mano mentre risolve gli enigmi. In fuga insieme, lui la protegge da oscure figure che vogliono catturarla.
“Quando ero produttore per Japan Studio, Fumito Ueda-san entrò a far parte dell’azienda. Mi mostrò un video a cui stava lavorando da diversi mesi. Diventò il prototipo di Ico. Le immagini candide e tenue di un ragazzo che scappa da un castello con una ragazza per mano mi convinsero che sarebbe stato un gioco dall’atmosfera interessante e formai il team di produzione.
Ueda-san va avanti a perfezionare e continua a creare finché non è soddisfatto. Accetta sfide complesse che oltrepassano i limiti dell’hardware. Fui molto contento quando, qualche tempo dopo, il gioco fu portato a termine. Era un gioco meraviglioso caratterizzato da una tristezza misteriosa. La versione per PS3 che presentiamo qui è la migliore, con alta risoluzione e frequenza dei fotogrammi elevata. Questo è il primo progetto diretto da Ueda-san, spero che chi lo conosce per Shadow of the Colossus e The Last Guardian lo giochi.”
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9. Tokyo Jungle
In questo gioco survival action ci sono più di 50 specie animali, inclusi volpini, beagle e cervi, che lottano per sopravvivere in una Tokyo futuristica e deserta. Sviluppato attraverso “PlayStation C.A.M.P!”, un programma per scoprire nuovi creatori di videogiochi, il gioco debuttò in Giappone nel 2012, ma il suo concetto stravagante suscitò l’interesse dei giocatori di tutto il mondo e in seguito il titolo uscì in diverse regioni.
“È un gioco che adoro anch’io. All’epoca, SCE aveva avviato il programma “PlayStation C.A.M.P!” per scoprire nuovi talenti nello sviluppo dei videogiochi. Uno dei candidati era Yohei Kataoka-san. All’epoca aveva ancora vent’anni e i membri del team erano tutti giovani. L’idea era eccezionale, ma siccome era ancora giovane, i membri di PlayStation C.A.M.P. con più esperienza lo sostennero e lo aiutarono a completare il progetto.
Ricordo che quando presentammo il gioco al Tokyo Game Show prima della sua uscita, i media occidentali ne furono davvero entusiasti. Mi sembra ovvio, perché un gioco che parla di un cane che deve sopravvivere in una Tokyo in cui gli esseri umani sono scomparsi e che, nel frattempo, ha altre cucciolate è un’idea troppo inverosimile. Anche vedere dei simpatici volpini divorare altri animali fu scioccante e provocò molto scalpore già prima dell’uscita del gioco. Inoltre, era interessante il tema di un mondo in cui “cane mangia cane”, che probabilmente attirò l’attenzione degli occidentali. Questo è un gioco avvincente che simboleggia l’era di PS3, quindi vi consigliamo di giocarci.”
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10. Rain
SCE, PlayStation C.A.M.P! e Acquire svilupparono insieme questo gioco per PS3, lanciato nel 2013. Parla di un ragazzo che insegue una ragazza invisibile sotto la pioggia e che un giorno diventa anche lui invisibile. Approfitta del fatto che può essere visto solo quando è inzuppato dalla pioggia per cercare di fuggire dalla città, evitando i mostri che si annidano in giro.
“Questo è un altro bellissimo gioco nato da PlayStation C.A.M.P!. A dire il vero, quando sentii parlare per la prima volta di “essere visibili solo quando piove”, pensai che fosse interessante, ma non ero sicuro che fosse abbastanza per creare un gioco. Con grande piacere constatai che si rivelò davvero divertente da giocare. Una delle cose che apprezzai di più fu vedere gli sviluppatori migliorare il gioco fino alla perfezione.
Anche la colonna sonora era meravigliosa. C’era una bambina di nome Connie Talbot che a 6 anni aveva partecipato al programma britannico di audizioni “Britain’s Got Talent” e aveva attirato un pubblico mondiale. Le chiedemmo di cantare la sigla. Dedicammo molta cura all’audio, compresa la sua voce chiara e il suono della pioggia che riecheggiano nel gioco. Consigliamo di giocare con le cuffie.”
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