In questo approfondimento, i ragazzi di Housemarque esplorano Atropo, affrontano i pericoli del pianeta e ci parlano del gioco.
Tra meno di 24 ore, i possessori di PlayStation 5 potranno avventurarsi nel mondo ostile e misterioso di Returnal. Tra inquietanti creature aliene e musiche di grande atmosfera, il viaggio di Selene su Atropo si preannuncia indimenticabile.
Ma quale ritmo è lecito attendersi da questa avventura “ciclica”? Probabilmente avrete visto dei trailer o degli spezzoni di gioco che mostrano un titolo arcade, molto frenetico. Altre sequenze, invece, sembrano dipingere l’esperienza come compassata ed esplorativa. In poche parole, Returnal è entrambe le cose, e speriamo che questo approfondimento curato da Housemarque riesca a far passare chiaramente il messaggio.
Michael Haveri, il narrative director Gregory Louden e il game director Harry Krueger ci raccontano una serie di “run” su Atropo, in cui alcuni aspetti modulari dei livelli cambiano di volta in volta mentre una parte dei progressi compiuti resta immutata. Il video parte dalle battute iniziali, con Selene che ha sbloccato un’arma da mischia e ha iniziato ad addentrarsi nelle rovine. Da lì a poco facciamo la conoscenza del primo vero “boss”, e successivamente delle lande scarlatte, la seconda regione del gioco.
Come vedrete nel video, è possibile tornare in determinate aree anche dopo essere morti e aver avviato un nuovo ciclo. Ma vista la pericolosità di certi nemici, ha senso affrettarsi per affrontarli di nuovo o è meglio prendersi il tempo necessario a potenziare armi e consumabili? La decisione spetta solo a voi, per cui può avere effettivamente senso chiedersi se Returnal sia uno sparatutto o un’avventura. Prendetevela comoda, oppure affidatevi ai riflessi per sopravvivere… A voi la scelta!
Returnal approda su PS5… domani!
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