
Sucker Punch svela il simbolismo, le ispirazioni e le tecniche che si celano dietro la famosa missione secondaria
“Non mi avventurerei lì”, avverte Ugetsu il cantastorie quando Atsu si avvicina a due grandi e imperiose porte di legno. “Perché potresti non tornare.”
Un monito che molti giocatori di Ghost of Yōtei hanno ben pensato di ignorare. Punto di partenza per la famosa missione secondaria “Il generale dei Gigli ragno”, quell’inquietante cancello rimane scolpito a lungo nella mente anche dopo il suo completamento. Perfetto per un gioco uscito a ridosso di Halloween.
Ho parlato con Nate Fox e Jason Connell, i direttori creativi, per scoprire le ispirazioni e i segreti dietro “Il generale dei Gigli ragno” e per sapere cosa ne pensano della popolarità di questa missione opzionale. Ma, proprio come Ugetsu, devo avvertirvi: ci saranno spoiler. Meglio completare la missione, prima di continuare a leggere…
Le origini della missione
“Il generale dei Gigli ragno è stata tra le prime missioni del gioco e uno dei primi Miti che abbiamo creato”, racconta Jason. “L’idea è venuta a uno dei nostri game designer e sceneggiatori, che ci ha portato ad analizzare tutti gli aspetti che rendono grandiosa una missione mitica, come dovrebbe apparire e come dovrebbe essere percepita.”

La peculiarità di queste missioni è che possono ispirarsi a figure storiche, ma nel caso de “Il generale dei Gigli ragno” si tratta di una storia originale per rappresentare il trauma della guerra. Il suo valore in battaglia e la sua armatura lo hanno reso una leggenda, ma dopo il ritiro, il generale ferisce accidentalmente la figlia durante una sessione di allenamento. Vedere sua figlia morire a causa della ferita che lui stesso le ha inferto provoca nel generale un dolore senza tregua, che lo porta a infestare la foresta. E ora i predoni danno la caccia alla sua armatura, morendo spesso per mano della sua lama spettrale.
“Volevamo una storia che includesse una tragedia”, afferma Jason. “A un certo punto, lo sceneggiatore ha proposto di trasformarla in un momento di riflessione per Atsu, che aiuta il generale a guarire. Lo affronta in battaglia, ma comprende il suo trauma.”
Ma perché i gigli ragno? C’era forse un simbolismo specifico nel loro utilizzo, considerando che il mito narra che germogliarono ovunque il generale avesse versato il sangue delle sue vittime?
“In realtà sono tossici, e nella vita reale vengono piantati nei cimiteri per tenere alla larga gli animali”, spiega Nate. “Per cui rappresentano la morte, oltre a essere legati ai rapporti emotivi. Hanno avuto anche una loro utilità di gioco: dai primi test è emerso che orientarsi e capire cosa fare nella missione risultava un po’ complicato a causa della vastità dell’area. Per cui i gigli hanno reso più chiaro come muoversi tra la nebbia.”
Sviluppare l’horror
L’uso pratico dei gigli è stato solo uno degli aspetti tecnici che Sucker Punch ha dovuto considerare per una missione che ha assunto un tono decisamente sinistro, in netto contrasto con la maggior parte del resto del gioco.
“Non abbiamo molta esperienza con quel tipo di atmosfera horror”, afferma Nate. “Per cui c’erano diversi modi per far percepire che il mondo di gioco fosse diverso dal solito. Il piccolo labirinto, l’effetto musicale e i lamenti in lontananza. Oppure raggiungere un gruppo di nemici che vengono però ritrovati massacrati dopo l’improvviso sopraggiungere di una coltre di nebbia.
C’è anche l’uso dello spazio negativo, come all’inizio della missione, quando Atsu sale una rampa di scale con la nebbia che scende pian piano, i gigli ragno che vanno verso l’alto e vecchi cadaveri tutt’intorno… ma niente che attacca. Quel lungo tragitto serve solo a calarsi nell’atmosfera.”





“Ci siamo ispirati a elementi presi da survival horror del passato”, spiega Jason. “I primi prototipi sperimentavano strane angolazioni di visuale. È stato molto complicato, ma anche se non le abbiamo usate, hanno comunque contribuito a stabilire il clima che volevamo ottenere.
L’atmosfera è uno dei migliori strumenti a nostra disposizione. È con il mood che si riesce a dare un determinato tono alla scena. Abbiamo un po’ ingrandito la luna, rendendola più sinistra, abbiamo ritoccato l’illuminazione e corretto i colori per ottenere il giusto livello di nero. Anche le sonorità svolgono un ruolo importante, così come la musica del brano speciale che risuona durante il duello.”
L’influenza sul resto del gioco
In modo simile all’impatto che “Il generale dei Gigli ragno” ha avuto sui giocatori, la sua realizzazione nelle fasi iniziali dello sviluppo di Ghost of Yōtei ha fissato uno standard elevato, non solo per le missioni relative agli altri Miti, ma anche per l’intera avventura.
“Volevamo che il resto del gioco raggiungesse lo stesso livello di qualità e maestria della missione”, afferma Jason. “Molti degli aspetti chiave che conferiscono a un gioco spettrale la sua atmosfera e il suo stile visivo unici sono stati ripensati in quell’istante. Ci ha ricordato quanto fosse importante l’utilizzo di attrazioni visive d’impatto per coinvolgere il giocatore.”
“È ciò che preferisco della missione”, concorda Nate. “Durante le cavalcate su campi sterminati, il giocatore ha la possibilità di scegliere dove andare. Ma volgendo lo sguardo alla foresta, si intravede una lieve nebbia da cui sbuca una bellissima pagoda che cattura l’attenzione di chi guarda. È il giocatore a scoprire la storia tramite le proprie azioni. È un’esperienza intensa.”
L’impatto del mito sui giocatori… e sullo studio
Il lavoro e l’attenzione messa ne “Il generale dei Gigli ragno” rispecchia l’intero gioco, ma il team di sviluppo è particolarmente contento della reazione dei giocatori a questa specifica missione, soprattutto considerando lo sforzo effettuato per creare i Miti.
“Io e Nate eravamo molto contenti del risultato ottenuto con i Miti di Ghost of Tsushima”, afferma Jason. “Per cui volevamo ricrearli in una forma tutta nuova in Ghost of Yōtei. E fa piacere vedere che la missione del generale dei Gigli ragno sia stata molto apprezzata. Si basa molto sugli elementi caratteristici di un gioco horror. Da creatori, quindi, è una grande gioia vedere i giocatori scattare foto e scambiarsi pareri su cosa gli è piaciuto della missione.”
“Volevamo realizzare un gioco che fosse un’antologia di storie in cui il giocatore è chiamato a vagare liberamente e a seguire la propria curiosita”, afferma Nate. “La missione del generale dei Gigli ragno è un ottimo esempio di cosa si può scoprire avventurandosi ed esplorando, come brevi storie autoconclusive.
Ha un inizio, una parte centrale e un finale davvero potenti, con vari personaggi da scoprire. Siamo tutti orgogliosi del risultato finale.”
Ghost of Yōtei è ora disponibile per PS5.











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