
Erika, che recita Atsu, si unisce a noi in studio per parlare di com’è stato vestire i panni del personaggio
Ghost of Yōtei è ora disponibile su PS5 e i giocatori stanno muovendo i primi passi nel florido e pericoloso mondo di Ezo, accompagnando Atsu nella sua missione di dare la caccia agli Yōtei Six e scoprire una vita oltre la vendetta. Per celebrare il lancio e approfondire il processo di dare vita a questa nuova protagonista in modo così vivido, siamo stati raggiunti nello studio di PlayStation Podcast da Erika Ishii, che ha dato voce e prestato il suo aspetto al personaggio di Atsu.
Nota: L’intervista è stata condensata per chiarezza e brevità. La conversazione integrale sarà disponibile nell’episodio più recente di PlayStation Podcast (in inglese).
PlayStation Blog: Quando quest’intervista sarà uscita, i giocatori avranno già indossato i panni di Atsu. Ma per te il personaggio fa parte della tua vita già da un po’. Quanto tempo è passato e come sono state quelle conversazioni iniziali con il team di Sucker Punch Productions?
Erika Ishii: Sono passati quasi tre anni della mia vita. Ho amato molto Tsushima e quindi ho sentito una tremenda pressione, ma allo stesso tempo è stato molto, molto emozionante. Penso che nelle prime conversazione che abbiamo avuto parlavamo di quanto eravamo appassionati di film di samurai e video game.
PSB: Un momento fantastico è stato quando hai scoperto la guida per il cosplay e ricordo di averti visto così interessata. Penso tu abbia fatto il cosplay di Ellie (da The Last Of Us) e ora c’è una guida per il cosplay con il tuo viso e il tuo personaggio disponibile per i fan PlayStation. Deve essere molto emozionante.
Erika Ishii: Sì, è pazzesco, mi sembra di stare nella storia di Cenerentola. Prima fan, poi cosplayer, e ora vado ai party di lancio e ne faccio parte. E chi sa, forse qualcuno farà il cosplay di Atsu o giocherà al gioco e anni dopo indicherà Ghost of Yōtei come ciò che l’ha ispirato a cominciare a narrare storie sue. Il sogno è quello.

PSB: Parlando di cosplay, c’era anche un fantastico bot cameo di Astro. C’era un piccolo bot di Atsu in Astro. Com’è stato vederlo per la prima volta?
Erika Ishii: Ovviamente c’era quella sensazione di trionfo che si ha quando si ottengono i bot Astro e oltre a quella… mi sembra di essere un disco rotto, ma avere tutto questo mi ha veramente fatto provare emozioni di sorpresa e gioia. Ho giocato tutto Astro Bot e avevo il 100% dei bot fino a che non è arrivato questo DLC. È così carino. Il lupo è adorabile. E sì, mi sembra di essere in un sogno surreale.
PSB: Atsu ovviamente ha il tuo aspetto e la tua voce, ma quale parte di Atsu ti assomiglia in termini di valori, relazioni, vulnerabilità? Quali cose ti sono sembrate più personali e come hai protetto quell’autenticità nella tua performance?
Erika Ishii: Nelle nostre prime conversazioni abbiamo parlato del personaggio e del nostro amore e dell’omaggio che volevamo fare ai classici film di samurai e ai classici film di vendetta. Atsu viene molto da questo. E riguardo a me, penso che Atsu sia ancora abbastanza giovane sotto molti punti di vista, sicuramente quello emotivo. All’epoca non c’era la psicoterapia e penso che Atsu sia ciò che accade se io, o una persona qualsiasi, cedessi a quei desideri di rabbia e paura. Penso che nella sua forma più pura, nel suo cuore emozionale, Atsu sia spaventata e vulnerabile. Ovviamente sapete che è una guerriera incredibile e in questo modo possiamo vivere quella fantasia samurai della Katana Doppia e dei Moschetti e dello Yari, ma ciò che per me ha risuonato veramente di Atsu era il suo cuore puro ed emotivo.
PSB: Cosa speri che provino i giocatori conoscendola?
Erika Ishii: Voglio veramente che si divertano mentre giocano al gioco. Sebbene la storia sia coinvolgente e Sucker Punch crei storie come pochi altri studi di videogiochi, penso che ci sia qualcosa di veramente divertente nel vivere quella fantasia. Sì, c’è l’arco emotivo del personaggio, ma voglio che i giocatori si sentano tosti. Adoro anche i western e abbiamo parlato anche di questo: è quell’ibrido di film di samurai e spaghetti western, di sentirsi come un solitario errante, mettendosi in pose intriganti, con la propria sagoma che appare nella porta del saloon. E mi piacerebbe che ai giocatori sembri di vivere in quella fantasia cinematica.
PSB: Negli anni hai indossato i panni di molti personaggi, sia nei videogiochi che non, ma venendo da un background di GdR da tavolo e di improvvisazione, come ti ha aiutato a modellare e trovare il personaggio di Atsu?
Erika Ishii: Una caratteristica dell’improvvisazione è che si basa molto sull’ascoltare e sul fare una scelta forte in reazione a ciò che si sente. E penso che sia stato incredibilmente importante con Atsu a causa della sceneggiatura. Ho avuto il vantaggio di un’incredibile sceneggiatura scritta da grandi scrittori per me, per Atsu, mentre nella serie Critical Role, e simili, bisogna essere scrittori, attori e in un certo senso produttori del proprio personaggio. Quindi con Atsu la sceneggiatura era già scritta, ma poterla sentire, sentire gli altri personaggi e reagire a loro in maniere autentica è dove c’è molta improvvisazione e spontaneità. Si possono memorizzare le battute, ma in un certo senso il modo in cui vengono dette deve sorprendervi perché non si sa cosa si dirà come personaggi, a meno che non si rappresenti un personaggio che recita un discorso a memoria. Quindi penso sia stato molto utile.
PSB: Sembra che anche dalle prime letture quelle scene fossero molto intense dal punto di vista del livello emotivo. Ci sono stati momenti dove il tuo background nell’improvvisazione e nel teatro vero e proprio ti ha aiutato a rappresentare correttamente quelle scene intense?
Erika Ishii: Fa molta paura, ma continuo a dire che è una dualità di entusiasmo e paura. Si è letteralmente in una tuta molto vulnerabile. Infatti, la tuta del motion capture è una tutina di spandex e si è in una stanza bianca imbottita. A volte da soli. Se ci sono altri attori almeno si è in compagnia, ma c’erano scene dove ero sola con il mio cavallo o ero da sola in un momento emotivo. In quei casi ho dovuto creare tutte quelle circostanze da soli. C’è qualcosa nell’improvvisazione e nei giochi da tavolo chiamato “dipingere la scena”, dove di solito un DM, o a volte un giocatore, descriverà la scena con tutti i dettagli del passaggio e forse alcuni oggetti. Per chi va a teatro, è come essere in una scatola nera teatrale, dove siete soli in una stanza con delle persone che vi guardano. E sapete che ogni minuto con le telecamere attive, saranno tutte su di voi.
PSB: Hai potuto guardare la concept art? Ha aiutato a immaginarti quelle scene?
Erika Ishii: Un grazie di cuore a Sucker Punch. Ricevevo i loro aggiornamenti quando c’erano riunioni degli scrittori. Se avevo domande sul personaggio o la storia o su cosa stava accadendo, potevo fargliele. Ho avuto un coach dei dialetti. E la concept art e gli artisti sono così fantastici [nello studio]. Abbiamo ricevuto concept art di luoghi e dei personaggi, che ci hanno aiutato a dipingere la scena.
Ho avuto la fortuna di vedere alcuni dei filmati quando venivano completati. Di solito non succede ai doppiatori, si fa il proprio lavoro e basta. Dato che sono stata presente per l’intera produzione, ho potuto assistere ai progressi e vedere del gameplay. Ed è così importante per un attore perché più dati abbiamo per costruire questo piccolo database del mondo nella nostra testa, può ci sentiamo immersi, e hanno fatto un lavoro eccellente nel farmici sentire.
PSB: Quindi il gioco arriva il 2 ottobre. Dove sarà Erika il 2 ottobre? Come celebri il lancio?
Erika Ishii: Mi vedrò con altri membri del cast e faremo una piccola festa insieme. Il nostro intrepido leader, il director che ha diretto tutto il doppiaggio, ci sta riunendo. Questo progetto è stato inusuale, dato che ho potuto lavorare con la maggior parte delle persone. Io e molti altri siamo stati nella cabina e nello spazio del motion capture e quindi c’è questa sorta di spirito di squadra che non c’è sempre nei giochi. Questo cast è veramente, veramente speciale. Sono tutti così pieni di talento. Molti di loro sono veterani e nerd dei videogiochi, ma è un cast quasi completamente asiatico o asiatico-americano ed è una cosa rara. Sembra di stare tutti insieme in prima linea. Quindi celebreremo questa sensazione e quel weekend.
E io penso starò “male” spesso quella settimana per giocare al gioco. È strano: non ho mai giocato a lungo a un gioco in cui appaio, nei miei panni, così. Non so come sarà o come reagirò. Penso che oltre al lancio e al mondo, poter incontrare Atsu è un po’ come attraversare una nebbia di guerra per me. Penso di doverla semplicemente attraversare, un passo alla volta.
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