Scoprite le origini di questo picchiaduro con elementi GDR in uscita il 24 giugno all'interno della Capcom Fighting Collection.
Nel 1996 Red Earth, uno dei 10 titoli inclusi nella raccolta in uscita Capcom Fighting Collection, fece la sua prima apparizione nei cabinati arcade in Giappone. Grazie all’ambientazione fantasy e a un cast di personaggi estremamente variegato, Red Earth era in grado di offrire un’esperienza GDR a singolo giocatore unica, chiamata modalità Quest, dove i giocatori potevano selezionare uno tra quattro personaggi per poi affrontare una serie di boss.
Dopo aver sconfitto ciascun boss, il giocatore poteva ottenere punti esperienza da assegnare per migliorare attacco, difesa o per ottenere mosse del tutto nuove. Durante gli scontri, i boss potevano rilasciare del cibo, utilizzabile dai giocatori per ripristinare la propria salute. Per quanto fosse piuttosto conosciuto in Giappone, prima dell’inserimento nella Capcom Fighting Collection non sono mai state rilasciate altre versioni di questo classico. Infatti, Red Earth è stato il primo titolo che il team ha deciso di includere nella raccolta!
Come è nato questo titolo unico nel genere dei picchiaduro? Takashi Sado, uno dei produttori di Red Earth ai tempi della versione originale, e tutt’ora impiegato in Capcom, ha iniziato a lavorare sull’idea di Red Earth a metà degli anni 90. Dato che ai tempi i giochi da combattimento godevano di una popolarità in continua crescita, decise di seguire questo trend con l’intenzione di sviluppare Red Earth come un semplice picchiaduro. Tuttavia, la sua sensazione era che il livello di abilità tra i giocatori di picchiaduro stava progressivamente aumentando, per questo i principianti del genere non riuscivano più a tenere il passo con i veterani. Per colmare questo divario di abilità, il suo team iniziò a chiedersi se fosse possibile risolvere il problema in maniera creativa, modificando parametri, equipaggiamento o altre sfaccettature del genere.
Inoltre, durante questo periodo, Sado si era appassionato ad altri esponenti del genere fantasy action come Magic Sword e The King of Dragons di Capcom. Entrambi questi picchiaduro includevano un sistema di progressione per potenziare il personaggio controllato dal giocatore. Ed è appunto con i titoli fantasy come modello principale e l’esigenza di colmare il divario di abilità tra i giocatori che venne creato il peculiare sistema di progressione stile GDR di Red Earth.
Red Earth è stato inoltre il primo gioco sviluppato sulla scheda elettronica CPS-3, che rappresentava il meglio che la tecnologia Capcom poteva offrire al tempo. Grazie al successo del nuovo hardware, anche la serie Street Fighter III venne sviluppata su CPS-3, prima che la produzione venisse interrotta rendendo questa scheda l’ultimo sistema proprietario di Capcom.
Nonostante questa sia la prima versione di Red Earth disponibile dopo l’originale arcade, il titolo è stato citato in altri giochi Capcom, per esempio con una cintura inserita in Dragon’s Dogma: Dark Arisen e un costume disponibile per Alex in Street Fighter V, entrambi riferimenti al re leone, Leo.
E in tema di Easter Egg, alcuni dei titoli presenti in Capcom Fighting Collection includono personaggi segreti sbloccabili unicamente in determinate condizioni. Nonostante risultino comunque sbloccabili tramite i classici metodi e comandi, ora è possibile ottenerli tramite un semplice menu di gioco. La lista dei personaggi segreti include Akuma in Hyper Street Fighter II; Oboro Bishamon in Vampire Savior: The Lord of Vampire, e Hutizil e Pyron in Darkstalkers. Come sbloccare questi personaggi segreti dipende solo da voi.
Speriamo che questo sguardo dietro le quinte di Red Earth vi sia piaciuto. La Capcom Fighting Collection è in arrivo il 24 giugno su PlayStation 4 e include 10 titoli differenti, inclusi tutti i cinque capitoli di Darkstalkers, Red Earth, Cyberbots, Hyper Street Fighter II, Super Puzzle Fighter II Turbo e Super Gem Fighter Mini Mix.
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