La musica di Horizon Forbidden West: parlano i compositori

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La musica di Horizon Forbidden West: parlano i compositori

Tre volti noti e una new entry raccontano il percorso musicale del mondo di Aloy

La scorsa settimana abbiamo avuto un assaggio di quello che noi, e Aloy stessa, possiamo aspettarci da Horizon Forbidden West. Guerrilla ci ha stuzzicati con nuove meccaniche di gioco da padroneggiare, nuove Macchine da affrontare e nuovi scenari da esplorare. Ad accompagnare questo tripudio visivo c’è stato un breve ma intrigante accenno alla colonna sonora. Oggi vogliamo approfondire proprio la dimensione musicale del gioco.

Innanzitutto, potete godervi quattro tracce dalla presentazione dello State of Play, che danno vita a  The Isle of Spires EP che è appena uscito sui servizi di streaming – ascoltalo qui. Inoltre, siamo entusiasti di annunciare i compositori delle musiche di Horizon Forbidden West. Joris de Man, Niels van der Leest e il duo dei The Flight sono dei veterani di Horizon Zero Dawn, coadiuvati in questo sequel da Oleksa Lozowchuck.

Per celebrare l’uscita dell’EP e condividere i primi dettagli di ciò che i giocatori dovrebbero aspettarsi da loro per Horizon Forbidden West, abbiamo riunito i compositori e il supervisore musicale di Guerrilla Lucas Van Tol per una tavola rotonda. Questa chiacchierata ad ampio raggio affronta, tra le altre cose, le sfide di costruire su ciò che è stato fatto prima, decidere chi ha lavorato su cosa (“abbiamo molta più musica che in Horizon Zero Dawn”, spiega Van Tol sulla necessità) e gli approcci individuali alla composizione (fatto divertente: un compositore costruisce i propri strumenti. Ma prima, le presentazioni:

La musica di Horizon Forbidden West: parlano i compositori

Riunire la band

Si è iniziato a pensare alle musiche del sequel “nell’istante in cui abbiamo saputo che ce ne sarebbe stato uno”, scherza Van Tol.

Compito del supervisore musicale di Guerrilla è stato definire gli aspetti della colonna sonora di Horizon Forbidden West da affidare a ciascuno dei quattro compositori, oltre a tenere le fila di tutto. Creare le sonorità dell’open world del sequel, caratterizzando tribù, personaggi, nemici, località e non solo, basandosi anche su tutto ciò che era stato realizzato in precedenza, ha comportato uno sforzo enorme. È stato necessario dividersi il lavoro. Van Tol ha sempre tenuto le redini della squadra, dirigendo e guidando il gruppo durante la produzione. Ha voluto anche un approccio diverso alla colonna sonora del gioco. “In Horizon Zero Dawn eravamo partiti dalle ambientazioni”, spiega. “Stavolta abbiamo preferito seguire la storia molto più da vicino e creare un’esperienza più fluida ed emozionante, non solo nelle sequenze filmate.”

La precedente collaborazione l’ha aiutato a predisporre il progetto. Secondo Alexis Smith dei The Flight, ormai Van Tol conosce molto bene i suoni e i pregi di ogni compositore: “Di solito ha un’idea precisa delle parti che vuole farci comporre.” Joris de Man si è concentrato sui brani più emotivi “non legati ad aree specifiche”, mentre Niels van der Leest, come nel primo gioco, si è occupato delle percussioni per sequenze di caccia e altri eventi specifici, nonché delle musiche associate alle varie tribù. Ci sono state eccezioni: alcuni personaggi principali sono stati gestiti interamente, includendo missioni e sequenze filmate, da un singolo compositore, questo per garantire una continuità tematica.

Oleksa Lozowchuck ha lavorato a più ampio spettro, occupandosi “un po’ di tutto”. “Mi ha aiutato a capire meglio come i vari tipi di musica si combinano l’uno con l’altro, intrecciandosi con le vicende del gioco.” A detta di tutti, Lozowchuck è stato in sintonia con il gioco fino dall’inizio. Veterano dell’industria che ha lavorato per sette anni presso Capcom Vancouver, si è unito agli altri compositori dopo aver pienamente convinto il team con i suoi brani di prova.

Durante la lavorazione, si è rivolto costantemente ai colleghi per assicurare la massima coesione. E così è stato per tutti: dovendo lavorare a distanza, sparsi in vari paesi del mondo, videoconferenze e condivisione via cloud l’hanno fatta da padrone. Sono stati strumenti essenziali per coordinarsi e, durante le pause forzate causa Covid (“Ci siamo portati a casa le attrezzature e abbiamo continuato da lì”, ricorda Alexis), per tenersi in contatto. Da questa condivisione sono nate anche delle collaborazioni inaspettate. “I The Flight hanno ripreso e riarrangiato le mie parti vocali da uno dei brani corali a 9 voci che ho composto per una tribù del gioco”, ricorda Oleksa. “Le hanno rielaborate a modo loro per accompagnare un’altra scena, in un contesto di gioco completamente diverso.”

Temi familiari

Come gli altri, Lozowchuck è tornato alla colonna sonora dell’originale per entrare nella mentalità del mondo di Aloy, poi ha iniziato a “completare e contornare” ciò che era venuto prima, costruendo variazioni e frammenti di temi precedenti, creando anche nuovi battiti emotivi per i giocatori. Non era solo. I Flight hanno caricato le sessioni di registrazione originali per ricordarsi del processo, mentre de Man ha rivisto i suoi pezzi per “capire cosa ha fatto funzionare quei brani”.

Anche gli altri confermano che sentiremo nuovamente dei temi familiari. Tra questi c’è quello di Aloy, “sebbene adattato al nuovo gioco”, conferma de Man. Dal momento che questo brano mutava nel corso del primo gioco insieme alla crescente consapevolezza di Aloy, ho chiesto come potesse evolversi restando al contempo riconoscibile. “Per me è uno degli aspetti più interessanti di questo sequel”, ha detto.

Infatti, i tre compositori veterani erano ansiosi di trovare nuove chiavi di lettura del DNA musicale che avevano definito. “Sapevamo di trovarci in un territorio sonoro inesplorato che non poteva ripetere quanto già fatto in precedenza”, ammette de Man riguardo alla sfida che li aspettava. Tutti hanno trovato ispirazione sia nel mondo reale, sia in quello di Aloy. “Mi sono informato sulla parte del mondo di Horizon Forbidden West su cui avrei lavorato”, spiega Van der Leest riguardo al suo metodo di lavoro. “Bisogna cercare delle analogie con la propria storia (musicale) e distillarle per creare qualcosa di nuovo.” Oleksa è convinto che il team abbia trovato un ottimo equilibrio tra musiche già sentite e completamente nuove. “Senza deludere i fan del primo gioco, volevamo che nel sequel trovassero anche molte novità da esplorare e assaporare.”

Horizon Forbidden West

Alla ricerca di nuove sonorità

Ho chiesto se ci fosse qualcosa di vietato, o poco adatto, per la colonna sonora del gioco. Ancora una volta, è emerso il ruolo di Lucas van Tol nell’indicare a tutti la direzione da seguire. “Dava dei feedback sui brani che presentavamo, dicendo per esempio di non usare un dato strumento perché collegato a una certa tribù”, spiega de Man. “Oppure di usare certe tonalità, o di ascoltare quanto fatto da un altro compositore per lavorare su una certa ambientazione.”

Il compositore aggiunge altri dettagli. “Il punto è stato creare sonorità e trame organiche corrispondenti all’estetica del mondo di Horizon Forbidden West, tutto questo migliorando i suoni su cui era basato Horizon Zero Dawn. Ciò significa che abbiamo usato un po’ di più il sintetizzatore, con i suoni sintetici che bilanciano le tonalità organiche del gioco precedente.” Per Van der Leest, al centro di tutto c’è la protagonista del gioco. “Per quanto mi riguarda, la chiave è sempre stata quella di osservare il mondo dagli occhi di Aloy. Nel sequel riceve una nuova e impegnativa missione, che cambia il suo sguardo sul mondo circostante.”

La domanda ha permesso di svelare un interessante retroscena: oltre a recuperare strumenti molto particolari e a studiare i più adatti per ogni tribù, Niels van der Leest si è immerso ancora di più nel mondo di Aloy creandone alcuni con le sue mani. “Gli abitanti di quel mondo non ricordano nulla della nostra società”, riflette. “Questo li ha spinti a creare strumenti nuovi di zecca e, in molti casi, totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati.”

Ogni compositore ha un proprio processo creativo. Joris de Man improvvisa al pianoforte o prova soluzioni innovative, come suonare il violino con un plettro e un foglietto di carta infilato tra le corde (“Perché no?”). Ammette che stavolta ha scelto una sonorità più cupa e grezza, uno stile più adatto all’Ovest Proibito: “una regione più pericolosa e in cui non sappiamo cosa aspettarci”. 

Prima di mettersi a lavorare su una nuova regione, Van der Leest “stacca” per un giorno dallo studio e dalla tastiera per iniziare a mente fresca. I The Flight tappezzano di riferimenti visivi il loro ambiente di lavoro per stimolare la sperimentazione. Oleksa si trastulla con un’infinità di strumenti che includono fonti organiche, strumenti a percussione indigeni e fonti sintetiche che usa per definire la sua parte del mondo di gioco. Per capire meglio, ho dovuto in gran parte cercare su Google. “Cerco di sintonizzarmi sui flussi di energia che attraversano tutte le melodie, le armonie e le tonalità a vari livelli di ascolto, assicurandomi che mantengano la mia attenzione fino a un punto di saturazione. Quando ho assorbito abbastanza, riverso tutto nella mia musica e passo ad altro.”

Horizon Forbidden West

Una colonna sonora unica

“Una delle cose di cui vado più fiero tra quelle realizzate dai compositori in Horizon Zero Dawn è la coerenza delle musiche con il mondo di gioco. Ascoltandole, sembrano un naturale complemento del mondo di Horizon”, afferma de Man ricordando il successo nel creare una colonna sonora ben riconoscibile nel 2017. Anche Van der Leest ne parla con orgoglio. “È stata una delle cose più entusiasmanti della lavorazione. Creare sonorità dall’aria familiare, ma che evocassero anche qualcosa di misterioso. Alcuni strumenti sono riconoscibili, ma la loro combinazione con sonorità più insolite ed elettroniche li ha resi nuovi e originali.”

Per il gioco originale, l’approccio era quello di creare una colonna sonora diversa da qualsiasi cosa i giocatori avevano sentito prima. Approccio mantenuto dai compositori anche nel sequel. “Il solco è quello, ma va in direzione diversa”, è il curioso commento di Alexis sulla linea di demarcazione tra il suo ultimo lavoro e quello precedente. Per Oleksa, il risultato è “un’alchimia sonora”. “In questo progetto, ho usato voci umane per creare suoni non umani e strumenti acustici per mimare voci e fraseggi umani.” Tutti hanno accolto con entusiasmo la possibilità di tornare in questo mondo e svilupparne la dimensione sonora. Niels van der Leest riassume tutto nel mondo migliore: “Horizon Forbidden West è un progetto speciale, perché consente di pensare fuori dai soliti schemi. Creare la musica per questo gioco è un’esperienza unica.”

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