![Detroit: Become Human, quando l’attore diventa il personaggio](https://blog.it.playstation.com/tachyon/sites/12/2018/05/unnamed-file-7.jpg?X-Amz-Content-Sha256=UNSIGNED-PAYLOAD&X-Amz-Security-Token=IQoJb3JpZ2luX2VjEAkaCXVzLWVhc3QtMSJIMEYCIQCYwcLQZtBb2nkDaOZUpcCQYQCZOHo5Z9Wzsywp2WNzTgIhAIZw5ihvyNr31cIr0XWTzxPH4sC91cWq4K%2BVPeKOr8rQKoYECOL%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2FwEQABoMNTc3NDE4ODE4NDEzIgzrP7JkQ0iUAZ4eVsAq2gPItR4XPLpRYV9OHMRCYcGq17xHe9rVB%2FQqUv7NiW71lbiVRz%2FOVv%2FsBxTXIDgWd3xyK%2B0e%2BUCghQbHSFVyMS6xqATJncOkqrYCbiL0rrwYXaGiPfstU%2Fh6PuOiDrzmYVp0eWJUNBBusF%2BDcLJx9ILnJaFdSGNWUo%2FTcgzYit1d%2Fbrbi35HAKdNs0MBnCB317DA%2FSN0K6U5bhPNbz0vVWyOB9dwXjaZNMINtjvf%2FOtheZai6ftm0Uoatk2zL7QXGJ%2BCSgKN2YVuE%2BFct%2F8wyKnxCPZlP1sdsfrbI9yGKeMKhwO0ac80nkR4b3cfQ5i%2BIvtqQuem2XkNkKh%2BQpzv2Kt9zDxE9uskaO%2FYuNDPMuNPiYFgsFN4rQziyRZDl7EQKxnIQ%2Fv%2F4Jigu5uYT7njtTE9pPiHD5Nv7L1uymmRDRkOj6kIBX219Efs1JIGDDGnfajxkPtXoqzMN0QRfGUQsRzh%2Bw%2FsK3TWq0UOFwog1U094SkbmaOWPXBy2kqaGAcLZzWjGss%2Fc6kTpcn9h2qaApmBFT9fetEOkGLOz8Qj0aaj1p%2BeFlA1sakCd4ZOm3Ya2sZ2k6HkH4oDC4Xup9py5RjV1jQd45nj443UGP26l6iM32p1nOsHhtJDcJwwi4ORtQY6pAEWMcq1lCgkUktA5zWpl0oDMBux9vcNTEIhUx83gKo7EcNEmeUnr4U%2BbF6fChOLJ6iutSSU%2F2F0QsOV3DaqsfsU%2B6hpUSwNnKAvuzjSJiOx0uTr7qiI2VuFzFjziWok8%2BlLT7PP7g7wEG89kVDFknQs9WTgG%2BOKUhc4fNOzcicCLjxI%2F7qRiZNHcT3tUVMrVQxUuXuAblrhpOHkVr9PFjKTN3%2BnuQ%3D%3D&X-Amz-Algorithm=AWS4-HMAC-SHA256&X-Amz-Credential=ASIAYM4GX6NW37EGDSX3%2F20240727%2Fus-east-1%2Fs3%2Faws4_request&X-Amz-Date=20240727T010052Z&X-Amz-SignedHeaders=host&X-Amz-Expires=900&X-Amz-Signature=d19124d8ac83bf2da1658b5bca29eb3a0206500855b1154249ec457e6f8e086e&resize=1088%2C600&crop_strategy=smart)
L’interprete Bryan Dechart racconta la sua sfida nei panni dell’androide Connor.
Detroit: Become Human, ultimo lavoro realizzato da Quantic Dream e Sony Interactive Entertainment per PlayStation 4, affronta una tematica ormai non così inverosimile e remota: l’esistenza artificiale è paragonabile a quella umana, fatta di carne, emozioni e consapevolezza?
Le opinioni condivise finora sembrerebbero smentire l’ipotesi di una vita robotica anche solo minimamente equiparabile a quella umana, ma una voce fuori dal coro c’è ed è quella dell’attore Bryan Dechart, interprete di Connor, uno dei tre androidi ribelli in cerca di libertà in Detroit: Become Human.
Per la prima volta, Dechart si è “sdoppiato” sulla scena per dare vita ad un personaggio cucito sulla sua persona, identico nella fattezze e nei movimenti. Una libertà di gestualità e di azione che ha fatto da humus fertile per il nascere e il consolidarsi di un legame simbiotico fra l’attore e il personaggio.
Sullo sfondo di un set spoglio e nudo, Bryan ha vissuto senza filtri e coperture le emozioni di Connor: dapprima ubbidiente pedina di un ordine superiore, successivamente fuggiasco ribelle, ma finalmente libero di essere. Una libertà che, come in un circolo virtuoso, ha alimentato a sua volta la creatività e l’immaginazione di Bryan per portare sulla scena il Connor più veritiero e reale possibile.
Detroit: Become Human è stato un vero e proprio viaggio per l’attore nei meandri dell’essenza umana e delle cose. Un lavoro di empatia e immedesimazione che gli ha consentito di vivere tutte le fasi di transizione da androide razionale e addomesticato ad accontentarsi, ignaro dell’esistenza di un diverso orizzonte a qualcuno – fieramente sempre androide – capace di scoprire il valore del libero arbitrio, di avanzare pretese, sognare, vivere.
Ed è questo il messaggio principale che Bryan Dechart ha voluto trasmettere attraverso il personaggio di Connor in Detroit: Become Human: il libero arbitrio è il valore supremo dell’uomo e di qualsiasi entità (umana o meno) che scelga di scegliere, di pensare con la propria testa e di vivere la vita, libera di sbagliare e di cambiare strada all’occorrenza.
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