Proviamo in prima persona le complesse meccaniche del thriller neo-noir interattivo di Quantic Dream
La visione del futuro di Quantic Dream vede gli androidi come una sorta di elettrodomestici, ma prestate particolare attenzione alla parte “umana” del titolo. Infatti, la situazione si fa rapidamente intensa fin dai primi minuti di gioco, in cui vedrete di tutto, da faccende da sbrigare a un padre emotivamente a pezzi, fino a situazioni ad alta tensione con ostaggi. E questo solo nelle prime scene.
Quindi, ecco un assaggio con qualche lieve spoiler di quanto ho vissuto nella mia breve ma memorabile esperienza con Detroit: Become Human, che mi ha lasciato col desiderio di vedere ancora di più…
1. Stabilisce l’ambientazione in modo metanarrativo fin da subito
Fin dall’inizio, il gioco vuole farvi porre degli interrogativi angoscianti, rompendo la quarta parete attraverso il primo androide di questo mondo immaginario, Chloe.
Chloe vi guiderà nelle prime scelte nel menu principale del gioco, come quella tra il livello di difficoltà Esperti (in cui avrete pieno accesso ai comandi e ci saranno più possibilità per i tre protagonisti di morire) o Principianti (comandi semplificati, poche possibilità per i protagonisti di morire).
Amichevole e diretta, la presenza di Chloe è deliberatamente confortevole e inquietante, un modo intelligente di presentarvi il potenziale di un’IA del futuro quasi reale, tramite un replica videoludica in alta definizione ed eccezionalmente realistica.
2. La posta in gioco sarà alta fin da subito…
La primissima scena di gioco di Detroit: Become Human non è il leggero scorcio di vita che avete visto in Heavy Rain. Controllando uno dei tre protagonisti, Connor, il vostro compito sarà indagare su una scena del crimine in tempo reale.
Se non raccogliete abbastanza indizi e non aggirate le difficoltà del livello in tempo, dovrete improvvisare e trovare un modo per risolvere una pericolosa situazione con tanto di ostaggio, dove non è solo la vita della prigioniera a essere in pericolo, ma anche quella di Connor. E nei vari epiloghi della scena, Connor può morire.
3. …e le vostre scelte influiscono velocemente sul gioco
Se fate delle scelte discutibili e che portano alla morte di Connor nella prima scena, le azioni dell’incidente potranno cambiare le sorti degli altri personaggi giocabili in modi imprevedibili.
In questo caso in particolare, la percezione della gente circa gli androidi può essere influenzata dagli eventi dell’ostaggio e, similmente, scene future del gioco possono avere conseguenze dirette o indirette nel crescente malcontento fra gli umani e i loro aiutanti meccanici.
Alla fine di ogni scena, Detroit vi mostra un diagramma del percorso intrapreso nel capitolo, insieme ai bivi possibili qualora aveste preso delle scelte diverse o aveste agito più in fretta. Non preoccupatevi: non vi verrà rilevato dove avrebbero portato le alte scelte, ma solo che esistono, per darvi più di un incentivo a rigiocarle.
4. Vuole mostrarvi la storia, più che raccontarvela
“Mostra, non raccontare” è una buona (ma non sempre essenziale) massima sulla narrazione e Detroit è felice di dimostrarvi la sua efficacia.
Il vostro primo incontro col secondo personaggio giocabile, Kara, è una breve sequenza in un negozio di androidi in cui non potrete parlare, camminare o interagire. Potrete soltanto muovere la testa e guardare gli altri androidi, osservare i clienti che vi scrutano e determinano il vostro valore e ascoltare il personale elencare le vostre funzioni e la garanzia.
È un’esperienza sottile ma potente, capace di trasmettere l’orrore di non essere in controllo del proprio corpo. E questa prigionia senza via d’uscita peggiora quando il proprietario di Kara viene a recuperarla, mostrando poco interesse di come si sia rotta in precedenza, anche se le implicazioni paiono molto chiare.
5. Vedrete molti lati della città
Il mondo di gioco di Quantic Dream è incredibilmente dettagliato, ma la tragica storia del divario fra classi viene mostrato nell’eccellente scena dei riconoscimenti, dove vedete Detroit con gli occhi di Kara.
All’inizio, verrete trasportarti in una versione meravigliosa e altamente tecnologica della città reale, con monumenti come lo Spirit of Detroit e The Fist ricreati nel gioco, ma che presto lascia spazio a immagini di povertà e malcontento.
Una volta assunto il controllo del terzo personaggio giocabile, Markus, vi imbatterete in un appassionatissimo predicatore di strada e un gruppo di protesta che dimostra la sua rabbia verso l’industria degli androidi, qualcosa che vi farà capire come gli altri potranno reagire alla vostra presenza: fermatevi vicino a un venditore di hot dog e dirà a Markus che sta spaventando i clienti.
6. I comandi vi faranno sentire a casa
Mentre guidate i personaggi nel loro ambiente con il classico movimento della levetta sinistra del controller DUALSHOCK 4, l’uso intelligente del touch pad vi permetterà di compiere più gesti contestuali, come spennellare su una tela o passare lo straccio sul pavimento.
Si ricorre ai comandi di movimento per alcune azioni come aprire la finestra, mentre le azioni più complicate richiederanno la combinazione di tasti premuti o mantenuti, un po’ come in Heavy Rain e BEYOND: Due Anime.
7. L’interazione è più importante che mai
Anche se Markus ha più libertà rispetto agli altri personaggi, ci sono molti dettagli per ciascuno di loro da esplorare nelle prime parti di gioco. La curiosità può darvi accesso a importanti dialoghi ramificati e azioni (come usare un’arma trovata poco prima), mentre altre scoperte potranno svelarvi elementi di storia che renderanno chiare le motivazioni dei personaggi.
La costruzione minuziosa di questo mondo traspare anche dai giornali e dagli articoli online che potrete leggere sui tablet, accessibili dal menu Extra del gioco, in modo da poterli consultare in qualsiasi momento.
C’è davvero tanto da scoprire in Detroit: Become Human. L’attesa del 25 maggio sarà molto difficile. Ma sfruttate questo tempo per prepararvi ai momenti sconvolgenti che vi aspettano… A seconda delle vostre scelte, ovviamente…
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