Come è nata l’incredibile colonna sonora synth di Headlander

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Come è nata l’incredibile colonna sonora synth di Headlander

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Ero un ragazzino di sei anni facilmente influenzabile quando in campeggio ho sentito per la prima volta Vangelis. Alcuni amici di famiglia avevano portato un nastro di un programma radio, intitolato “Hearts of Space”, e stavano passando “To the Unknown Man”. Invece di dormire, mi ritrovai a fissare le stelle con la fantasia che andava a mille.

Quella musica suscitò una voglia insaziabile di musica elettronica per tutta la mia infanzia. Ero un grande fan di Isao Tomita, Wendy Carlos, Vangelis, Tangerine Dream, Jean Michel Jarre e più tardi delle creazioni ancora più strane di Xenakis e Stockhausen.

 

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Quando ho saputo che Headlander stava seguendo una narrativa futuristica-rétro ispirata a La fuga di Logan, 2002: la seconda odissea, Zardoz, e altri film di fantascienza degli anni 70, ho attinto alla mia mente già terribilmente nostalgica in cerca di una piccola soddisfazione. Sapevo quali artisti volevo onorare in questa colonna sonora e quali strumenti avrei dovuto usare per riuscirci. Senza pensarci su, decisi di usare nastro e sintetizzatori analogici. Avrei usato il mio software di fiducia, Logic Pro, ma prettamente per la registrazione.

In Headlander, ci sono accenni a Vangelis quando cammini per i corridoi del Porto del piacere. Quando inizia l’arena Grid Clash sentirete la fanfara ispirata a Wendy Carlos. Quando raggiungete il nucleo del computer, vi attenderanno i toni più all’avanguardia di Stockhausen e Xenakis. Oltre le pareti del porto del piacere sentirete un brano ambientale che si rifà a Brian Eno. Quest’epoca di musica elettronica mi è molto cara e voglio che il mondo possa riscoprirne i toni e gli elementi estetici mentre visita questa dimensione alternativa.

 

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Mi servivano gli strumenti giusti di quell’epoca, quindi ho preso in prestito, affittato e comprato appositamente degli strumenti. Ma ho anche aggiunto un tocco di moderno al synth vintage. Sto usando una Prophet 8, un Moog Voyager, il Mono Evolver di Dave Smith, un Korg Monotron e un ARP Odyssey. Sono anche riuscito a prendere in prestito qualche sintetizzatore vecchio stile dagli artisti di musica elettronica Jeff Taylor e Frank Garvey. Tra questi, una Yamaha CS15, un Moog Voyager, un Korg MS20 e un vecchio ARP Odyssey. Ho anche utilizzato un Roland SH101, che è del 1983, ma sa farsi valere tra i suoi fratelli più anziani. Tutti sono perfetti per gli anni 70 e secondo me danno alla colonna sonora un’autenticità che altrimenti non avrei potuto conseguire. Per la chitarra, ho lavorato insieme a Jay Rubin di Ghost Cat Studios.

La colonna sonora è analogica al 70-80%. All’inizio volevo che lo fosse al 100%, ma sarebbe stato limitante per il gioco. Ho incluso anche Reaktor 6 e un paio di brani brevi per certe attività. Volevo registrare tutto su nastro, ma i suoi limiti e idiosincrasie avrebbero appesantito il tutto, quindi l’ho dovuto usare più raramente. Tra le pareti del Porto del piacere c’è un brano generato proceduralmente. Ho impostato delle regole al computer, collegato qualche strumento e sono andato a prepararmi un caffè mentre il computer lavorava al posto mio. Per questo mi sono ispirato ai sistemi di produzione musicale di Brian Eno e John Cage.

 

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Spero che tutti coloro che giocheranno a Headlander possano apprezzare questa colonna sonora. Per me comporla è stato un onore. Oggigiorno le colonne sonore sono spesso ibridi di elementi orchestrali ed elettronici che cercano di essere moderni e colossali… e mi piace lavorare a questo tipo di musica! Però Headlander è stato un regalino speciale. Rappresenta una fetta della mia nostalgia, è come una lettera d’amore a questi grandi della musica elettronica. Chissà… se dovesse piacere alla gente, potrebbe far rinascere l’interesse per la musica che l’ha ispirata. Lo spero vivamente.

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