Frictional Games riflette sui profondi temi del suo inquietante titolo in arrivo
SOMA, il nostro gioco horror fantascientifico di prossima uscita, si immerge nei misteri di argomenti come identità e coscienza. In questo articolo vorrei spiegarvi meglio quali sono state le ispirazioni empiriche che hanno contribuito a dare vita al nostro gioco.
Il problema della mente altrui
Rilassatevi e provate per un momento a pensare cosa vuol dire essere VOI STESSI. Potete sentire suoni, toccare oggetti, vedere cose e non solo. Inoltre avete determinate risposte emotive collegate ai vostri sensi e un modo particolare di percepire il mondo circostante. Tutto questo rappresenta l’essenza dell’essere voi stessi.
Ma anche sapendo con certezza che siete in grado di vivere tali esperienze, come potete essere altrettanto certi che anche gli altri possano farlo? Dal momento che queste emozioni sono totalmente soggettive e non posseggono alcun fondamento fisico, non c’è modo di poter “guardare dentro” un’altra persona per accertarsene. Dopotutto, è plausibile che un individuo possa agire mosso da una coscienza, ma potrebbe anche farlo in modo puramente meccanico, senza il coinvolgimento di alcuna sensazione soggettiva.
Per la maggior parte delle persone la soluzione è semplice: appariamo e agiamo tutti in modo abbastanza simile, quindi possiamo affermare di avere esperienze soggettive in comune. Pur non avendone la certezza assoluta, possiamo affermarlo con un certo grado di sicurezza. Ma la conclusione può non essere così ovvia.
Per esempio, ci sono stati casi in cui dei pazienti in coma, al loro risveglio, hanno dichiarato di essere stati totalmente coscienti e vigili per anni, senza alcun mezzo per comunicare con il mondo esterno.
La questione diventa ancora più complicata quando si parla di robot. Se un robot agisce come una persona cosciente, va considerato umano? Esistono delle caratteristiche specifiche necessarie per poter essere considerati coscienti? E anche nel caso in cui scoprissimo che una macchina può essere cosciente, dovrebbe godere dei nostri stessi diritti? In SOMA vi troverete ad affrontare queste domande e molte altre simili.
Lo strano caso dell’anosognosia
Concentratevi ancora su voi stessi. Guardate il vostro corpo, muovete gli arti, sfiorate la pelle. Siete convinti di avere un’immagine mentale piuttosto definita di voi stessi, giusto? Infatti, non avete bisogno di guardarvi o toccarvi per sapere come siete fatti. Potete anche chiudere gli occhi e sarete comunque certi che ogni cosa è al suo posto. La capacità di essere coscienti del proprio corpo è una nostra dote naturale e può apparire come la cosa più normale del mondo.
Poi c’è il bizzarro mondo dell’anosognosia. Dopo un infarto, alcune persone non sono più in grado di muovere un braccio. La cosa strana è che non lo ammettono. Se un dottore chiede loro se siano in grado di muovere il braccio, risponderanno di sì e si convinceranno di aver effettuato un movimento che in realtà non è mai avvenuto.
Se incalzati, troveranno scuse come “Ora non ne ho voglia”, o arriveranno addirittura a negare che il braccio sia loro! Tuttavia, a parte questo strano comportamento, tutte le altre abilità cognitive e di autocoscienza sono perfettamente intatte.
Ripensate a quanto fosse normale conoscere tutto del vostro corpo. Ora pensate al fatto che queste persone ritengano altrettanto normale il fatto di avere due braccia funzionanti. La cosa più inquietante è proprio che, se incalzati, inventeranno spiegazioni sempre più assurde.
In un certo senso è come entrare in una zona d’ombra tra il mondo spirituale e quello fisico. I danni cerebrali fanno collassare la nostra facciata umana e portano alla luce il meccanismo nascosto all’interno. Questo è esattamente il mondo in cui è ambientato SOMA.
La rischiosa programmazione dell’IA
Le nostre intelligenze artificiali diventano ogni giorno più potenti e presto dovremo fare i conti con un enorme problema: come potremo assicurarci che si comportino come dovrebbero? Come si può codificare un sistema in grado di comprendere e considerare i valori umani?
Quando si parla di IA di solito viene in mente qualcosa di simile a HAL, una macchina parlante in grado di rispondere al volere dell’uomo. Ma non è necessario arrivare a tanto.
Pensate a un’automobile autoguidata con un passeggero a bordo. Cosa succederebbe se si presentasse una situazione in cui è necessario operare una scelta fra due opzioni ugualmente valide? Ad esempio, se effettuare una manovra evasiva, salvando la vita al proprio passeggero, o gettarsi da un ponte, uccidendo il passeggero ma salvando le vite delle quattro persone a bordo del veicolo di fronte.
Programmando una IA per salvare il maggior numero di vite possibili, costruiremmo un’automobile in grado di uccidere i propri passeggeri. Facendo il contrario, ovvero ordinandole di proteggere a tutti i costi gli umani al suo interno, l’auto potrebbe finire per investire dei pedoni, nel caso in cui fosse necessario per salvare la vita ai propri occupanti.
Non è affatto semplice imporre alle macchine un determinato comportamento, e più queste diventano potenti tanto più complicato diventa il problema. Ci piace pensare che concetti come la sacralità della vita siano fondamentali, ma questo pensiero può non avere alcun valore per un’intelligenza artificiale.
Un famoso esperimento propose di creare un’IA che considerasse delle semplici graffette come suo massimo valore e che procedesse quindi a riempire il mondo di graffette. Potrebbe sembrare assurdo, ma anche un’IA estremamente intelligente potrebbe vedere come carta straccia tutto ciò che per noi è sacro. Questo è un altro aspetto che viene affrontato in SOMA.
Spero che questo articolo vi abbia dato un assaggio di ciò che vi aspetta in SOMA e che vi abbia preparato per lo strano mondo in cui metterete piede dal 22 settembre, quando SOMA sarà disponibile sulle vostre PS4.
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