Scoprite di più sulle insolite origini dell'ultimo lavoro di Ice Pick Games
Ciao! Siamo Ice-Pick Lodge e siamo lieti di annunciare che il 10 settembre uscirà Knock Knock per PS4, uno spaventoso titolo horror dalle origini abbastanza insolite
Che cosa fa un piccolo studio di sviluppo indie, quando all’improvviso riceve una mail piena di scarabocchi incomprensibili, appunti e file audio, corredata da una vaga descrizione di un possibile gioco?
In tutta onestà, il più delle volte si prova a rispondere in maniera educata e amichevole, magari discutendo le idee col mittente. Questo però non è ciò che è successo allo studio di Ice-Pick Lodge nel novembre 2011. Invece di essere diplomatici, ci siamo messi a creare un titolo horror che avrebbe incorporato la natura inquietante e le sfumature vagamente sinistre del file zip che ci era arrivato, evitando nel contempo i luoghi comuni del genere come sangue, manicomi o spaventi improvvisi.
È bello affrontare delle sfide. Tanti giochi affascinanti e innovativi nascono da un’idea che aspetta solo di essere sfruttata, dal desiderio di provare nuove meccaniche o magari di combinare certe tradizioni. Knock Knock non è molto diverso al riguardo: è solo che il nostro obiettivo era ricreare luoghi, sensazioni e idee scaturiti da frammenti, ritagli e appunti che abbiamo preso da quell’archivio.
C’erano dei file audio che sono diventati “la lingua dell’Inquilino”, ovvero l’incomprensibile parlata del personaggio principale del gioco, l’Inquilino, appunto. C’erano immagini e file di testo che ci hanno suggerito che il gioco dovesse essere ambientato in una casa sperduta nella foresta.
Inoltre, il fatto di creare un gioco basandoci su un archivio proveniente da una fonte sconosciuta ha conferito a Knock Knock il suo tema principale: la paura dell’ignoto.
Eravamo (e un po’ lo siamo ancora) leggermente spaventati da quello che abbiamo fatto, anche quelli tra noi che lo consideravano poco più di uno scherzo. Ma, in fondo, che cosa importa? Che la capanna fosse situata in una vera foresta o che esistesse soltanto nella mente di una persona molto particolare, è comunque reale nel mondo delle idee. E il mondo delle idee per noi era abbastanza reale da farci trovare una nota con scritto “Vi siete dimenticati di qualcuno” quando siamo andati in un bosco per completare le ricompense di alcuni finanziatori di Kickstarter (Knock Knock ha avuto una campagna di successo su Kickstarter e, per una delle ricompense, avevamo promesso che avremmo piantato un albero per i finanziatori).
Le paure dell’Inquilino nascono dalla sua stessa chiusura mentale e prendono la forma dei cosiddetti Ospiti che visitano la sua capanna e giocano a una versione inquietante di nascondino con lui. L’unica cosa che l’Inquilino deve fare per vincere è sopravvivere fino all’alba. Sarà vero? O forse dovrebbe infrangere le regole create dalla sua stessa mente angosciata? E se invece fosse tutto uno scherzo da incubo? Qualunque sia la risposta esatta, abbiamo fatto del nostro meglio per suggerire la soluzione in modo sottile. La capanna è accogliente e il bosco che ogni tanto andrete a esplorare è pittoresco.
Quindi, che cosa c’è di sbagliato in questo posto?
La maggior parte delle paure umane deriva dal nostro rifiuto per il diverso e lo sconosciuto. Abbiamo paura del buio perché potrebbe nascondere qualcosa, così come adottiamo varie forme di xenofobia perché tante cose in questo mondo ci appaiono totalmente prive di senso.
Uno zombi con una mannaia può essere alquanto spaventoso, specialmente se si è deboli e indifesi, ma siamo convinti che una creatura inspiegabile impegnata nelle sue normali attività possa esserlo ancora di più. Potrebbe anche non sembrare minacciosa, ma come fa anche solo a rimanere tutta d’un pezzo?!? I corpi non funzionano assolutamente così!
Anche il fatto che potrebbe esserci qualcosa di losco dietro al fatto che il protagonista è il giocatore principale aiuta a ricreare quell’atmosfera caotica e incoerente che pervadeva i contenuti dell’archivio. E non è solo autocompiacimento: dopo la prima pubblicazione del gioco, il mittente oscuro ci ha ricontattato spiegandoci che qualche errore l’avevamo commesso, ma avevamo ben compreso il concetto di fondo. Knock Knock è un condensato di caos che contraddice la credenza che il mondo in generale abbia un senso e una logica: vari sistemi di gioco (alcuni suggeriti dal nostro ambiguo benefattore senza una ragione apparente) si sovrappongono, creando una situazione di continuo cambiamento che mantiene costantemente all’erta i giocatori.
Ma anche il caos segue inevitabilmente degli schemi. Così funziona la mente umana, compresa quella del nostro povero protagonista. Forse è proprio questo il punto.
E questo è già meglio che niente. Quando si guarda l’oscurità, qualsiasi cosa è meglio di niente, persino un vostro alter ego che vi fissa ciecamente. (Naturalmente non si tratta di una metafora casuale, ma di qualcosa che troverete in Knock Knock.)
Il genere horror è tornato di moda ultimamente e qualunque fosse l’origine della mail siamo felicissimi che qualcuno o qualcosa ci abbia dato un’ulteriore spinta spaventandoci a morte nel processo. Ora siamo fiduciosi che la scatola nera che è Knock Knock continuerà a servire il suo scopo.
Qualunque esso sia.
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