Sorry… I’m late!

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Diego2 …scusate il ritardo. Lo scusate, vero? No, perché nonostante nelle ultime settimane quello di farmi (finalmente…) vedere da queste parti sia stato un pensiero fisso, per non parlare del fatto che il buon Maurizione e il resto della banda mi hanno ripetutamente minacciato di morte, questo è in effetti il mio primo intervento sul blog.
Ecco fatto, ci siamo. Ora non resta altro che trovare un argomento interessante e discuterne insieme… E cosa c’è di più interessante delle decine di ottimi titoli per PS3 che proprio in questi giorni stanno raggiungendo gli scaffali?

Tra i numerosi candidati alla prova del microscopio, tra un Pro Evolution Soccer che convince, ma non esalta e un Call of Duty 4 che farà parlare di sé per diversi motivi, ho scelto Assassin’s Creed. Attesissima dal popolo della PS3, la nuova fatica di Ubisoft incarna meglio di tante altre l’anima controversa di buona parte delle produzioni “next gen”. Da una parte infatti non si può che restare sbalorditi di fronte all’incredibile lavoro svolto dal team di sviluppo per creare un’ambientazione, una premessa narrativa, un protagonista e una formula di gioco originali e “di nuova generazione”. Dall’altra, una volta preso in mano il joypad, il senso di meraviglia iniziale viene scalzato dopo qualche ora da una sensazione nettamente meno gradevole. Gli scenari dettagliatissimi, i costumi sontuosi, la trama coraggiosa, celano (ma non per molto) un grave difetto del gioco: la sua ripetitività.
Senza scendere in dettagli che potrebbero rovinare l’esperienza di gioco a quanti tra voi non vedono l’ora di affrontare la prima avventura del killer Altair, dico solo che bastano appena un paio d’ore per vedere davvero tutto quello che Assassin’s Creed ha da offrire, anche se per arrivare ai titoli di coda ce ne vogliono minimo dodici. 
È come se il mission design, quel particolare aspetto che rende unici giochi come Grand Theft Auto: San Andreas o lo stesso Call of Duty 4, fosse passato totalmente in secondo piano. Siamo proprio certi di voler immolare sull’altare dell’alta definizione e del dettaglio esasperato ciò che rende unico il medium videogioco? Siamo davvero disposti a sacrificare il divertimento? La risposta per quel che mi riguarda è scontata, ma la palla a questo punto passa a voi…

Altair

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