Dietro le quinte di Killzone Intercept, un fan film molto particolare

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Killzone Intercept è un corto amatoriale ambientato durante l’evacuazione ISA di Helghan avvenuta in Killzone 3. Il corto di 14 minuti segue le vicende di un piccolo gruppo ISA a cui è stato ordinato di respingere l’assalto di un grande contingente Helghast ai danni di un convoglio ISA in fase di ritirata. Anche se in numero inferiore, la squadra accetta la missione, sperando di riuscire a portare in salvo i commilitoni alleati.

Dal suo rilascio su internet, avvenuto la scorsa settimana, Killzone Intercept ha fatto molto parlare di sé sia tra i fans di Killzone che tra i neofiti della serie. Nel momento in cui stiamo scrivendo, il fan film ha totalizzato circa 170,000 visualizzazioni – e non sembra volersi fermare qui. Abbiamo contattato il regista (e fan di Killzone di lunga data) Brian Curtin per conoscere i retroscena della realizzazione di Killzone Intercept.

Come hai iniziato a girare film amatoriali?

Brian Curtin: Mi considero un art director/graphic designer di giorno e un regista indipendente di notte. Le arti mi hanno sempre affascinato. Ai tempi del liceo prediligevo l’illustrazione e l’animazione. Al college ho studiato graphic design, ma spesso perdevo tempo a girare stupidi corti con gli amici nei dormitori e intorno alla scuola.

Mi sono laureato con una specializzazione in graphic design, ma non mai smesso di girare video. Sono ottimi per sfogare la mia creatività. In più, continuano a migliorare sempre di più grazie alla mia crescente esperienza e ai passi avanti effettuati dalla tecnologia.

Il primo video che ho caricato su Youtube è stato Concrete Hustle, un duello con le spade laser umoristico. Tecnicamente, abbiamo provato a girarlo in maniera seria, ma credo che sia divertente proprio per questo. Il filmato è diventato molto popolare dopo circa un anno dalla pubblicazione. La cosa ci ha dato la giusta motivazione per tentare di girare qualcosa di più grande, come il corto basato su Half-Life Beyond Black Mesa e, successivamente, Killzone Intercept.

Quando hai deciso di voler creare un fan film su Killzone?

Brian Curtin: Sono follemente innamorato degli shooter futuristici in prima persona ambientati in luoghi apocalittici popolati da nemici dagli occhi fluorescenti. Quindi l’idea di voler girare un film su Killzone non è stata una sorpresa per nessuno.

Ho giocato a Killzone anni fa, e come accadde con Half-Life, mi sono trovato completamente rapito dal gioco. Killzone 2 e 3 mi hanno letteralmente fatto impazzire grazie al loro gameplay divertente e alla loro grafica splendida. Il design dei personaggi e degli ambienti è incredibile. Senza pensarci due volte, volevo trasportare tutto questo nella vita reale.

Quella è stata allo stesso tempo la più grande motivazione e la più grande sfida. Come potevamo dare vita ad un mondo così diverso dal nostro sfruttando risorse limitate? Nonostante questo, sapevamo che dovevamo provarci.

Avete parlato del vostro progetto a Guerrilla? Qual è stata la loro reazione?

Fortunatamente siamo stati in grado di contattare gli sviluppatori di Guerrilla. Hanno supportato totalmente le nostre idee. E’ difficile avere una risposta su un progetto folle come quello dai creatori di un gioco a cui tieni!

Sono stati molto gentili e ci hanno permesso di utilizzare la colonna sonora di Killzone, gli effetti sonori e alcuni elementi 3D. Questi elementi sono presenti solo in piccola parte all’interno del film, ma sono stati fondamentali per l’accuratezza del risultato finale. In più, è stato molto divertente ricevere i loro feedback durante la produzione della pellicola. Sono sicuro che non sono stati d’accordo con tutto quello che hanno visto, ma sicuramente per loro è stato bello vedere una reinterpretazione amatoriale di Killzone.

Quante persone sono state coinvolte nel progetto?

Brian Curtin: La nostra crew era composta dalle 15 alle 20 persone, contando anche i ragazzi che si sono occupati della post-produzione. Non eravamo molti per quello che stavamo tentando di fare, ma eravamo in numero superiore ai componenti delle squadre con cui collaboro di solito. E’ stato bello avere gente talentuosa che si è occupata di ogni aspetto della pellicola.

Si sono caricati il peso di lavoro di 50 / 75 persone e non sto parlando di me stesso, sto parlando di loro! Al nostro corto precedente, Beyond Black Mesa, vi hanno lavorato solo quattro persone – se non eri nell’inquadratura, probabilmente stavi accendendo tre granate fumogene prima di riprendere in mano la camera per girare. Il nucleo della crew Infectious Designer che ha lavorato su BBM e Concrete Hustle ha preso parte anche alla realizzazione di questo film. Sono i ragazzi che hanno reso possibile la realizzazione di questi film, mettendosi dietro la camera da presa o indossando i costumi di scena.

Quanto ci è voluto per completare il progetto?

Rispondere a questo tipo di domande mi manda sempre in depressione, perché la proporzione è sempre impietosa. Due anni per 14 minuti! Devo sempre ricordarmi che faccio tutto questo dopo il mio lavoro reale; la mia ragazza deve essere molto paziente visto che ha deciso di stare con uno stakanovista.

Il primo anno è stata quasi tutta pre-produzione – stesura della sceneggiatura, ricerca delle locations, cercare di capire come realizzare i costumi da Helghast e da ISA. Durante il secondo anno abbiamo realizzato gli otto, e molto lunghi, giorni di riprese. Il resto è stato editing e post-produzione. Phew, mi stanco solo a pensarci.

Visto che non avete visitato sul serio Helghan per filmare Killzone Intercept, puoi dirci dove avete girato il film?

Brian Curtin: Incredibilmente, Birmingham in Alabama è stata ottima per riprodurre Helghan. La produzione di metallo è stata imponente da queste parti qualche tempo fa, quindi abbiamo sfruttato delle fantastiche fabbriche post-apocalittiche. Abbiamo girato metà del film in due fabbriche e il resto in una cava ancora attiva. Una volta aggiunti alcuni effetti, entrambe le location sembrano appartenere ad un pianeta diverso dal nostro.

A quali elementi dell’universo Killzone non avete voluto rinunciare? Al contrario, avete dovuto accantonare alcune idee a causa dei limiti di tempo e/o budget?

Brian Curtin: Sono molte le cose alle quali non ho voluto rinunciare. Gli ISA dovevano avere le loro luci blu fluorescenti. Sono state difficili da realizzare, perché in camera non venivano brillanti quanto volevamo, ma in post produzione abbiamo amplificato l’effetto.

Dovevamo avere per forza un Capture Trooper – a livello visivo è il mio personaggio preferito. Stiamo stati così fortunati da avere a bordo Anthony Kitchens, che è stato tanto bravo e gentile da occuparsene. E’ riuscito a dare vita al trooper. Volevo realizzare anche un medico Helghast e un Hazmat Helghast, ma erano veramente molto difficili da produrre, quindi non li abbiamo inclusi.
Infine, volevo realizzare delle sequenze con una Helicam – un elicottero in miniatura con una Epic della RED inserita al suo interno che può volare praticamente ovunque – ma non ce la siamo potuta permettere. Riproveremo in futuro.

Come giudichi la risposta dei fans ottenuta finora?

Brian Curtin: Sono molto felice della loro risposta; la stragrande maggioranza dei responsi sono stati positivi. Credo di poter dire che tra tutti i nostri film, questo è stato quello più apprezzato. Ormai ho imparato una cosa condivisa su internet si ama o si odia, ma ancora rimango perplesso quando quelle poche persone spendono il loro prezioso tempo per informarmi che quello che hanno appena visto è spazzatura e che hanno sprecato il loro tempo… Hey, sta passando uno di loro! Chiedo scusa ma devo andare a vendicarmi! 🙂

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